UMS22. Un’idea pensata l’anno scorso che volevo assolutamente correre, da cogliere al volo ma c’erano un sacco di incognite e sinceramente pensavo che idea sarebbe rimasta. Tante volte ho seguito a distanza questa gara e tante volte immaginavo di essere lì, toccare il mare di Sanremo. Passano i mesi e il sogno diventa realtà, Giuseppe Cialdini, spartano, uno che di lunghe distanze se ne intende, già lo conoscevo, si mette a disposizione per farmi da crew insieme successivamente con Paola Falcier prendendo il posto di un altro grande ultra runner che malincuore dovette rinunciare. Comunico a Simone Spostando il limite Leo la mia volontà di iscrivermi e così faccio. A gare così estreme servono nelle gambe km e km e così comincio con abbondanti km in allenamento e partecipando tra febbraio e marzo alla 100 km del Conero e a due sei ore, facendo registrare i miei nuovi PB. Arriva il giorno 21, partenza con l’aereo alle 9:20; poco più di un’ora sono a Milano e purtroppo il meteo conferma le previsioni e cioè cielo grigio con qualche possibilità di pioggia. Sistematomi in alloggio, vado a ritirare il pettorale, l’atmosfera non è il massimo perché durante la gara è prevista pioggia e freddo specie sul Turchino e la preoccupazione, comprensibile, è ben visibile sul volto di Simone. Nel frattempo incontro altri iscritti tra cui il grande Antonio Frasca Di Manno che ha intenzione di confermare la vittoria dell’anno precedente ma soprattutto limare il suo personale (ci riuscirà alla grande). Arriva il giorno della gara, mi sveglio e dalla finestra vedo che è piovuto, pazienza, nel frattempo faccio colazione e poco dopo arrivano Giuseppe e Paola che mi aiutano a sistemare tutto in macchina. Partiamo e arriviamo sul luogo della partenza, presentazione di rito di tutti i partecipanti e si parte. Assenza di vento, temperatura gradevole, un pallido sole e si va. Corro abbastanza bene, ritmo cadenzato, ogni 3 km si fa trovare la crew (sarà sempre così) e si arriva al primo check point (51 km) con un buon anticipo. Mi rifocillo bene e riparto per destinazione Ovada (119° km), il meteo è dalla nostra parte, il passo è ben impostato e con immenso piacere mi si affianca in macchina il grande Fabrizio Lavezzato che nel frattempo aveva preparato della pasta calda e thè caldo. Un ragazzo d’oro, grazie. Ci salutiamo, augurandomi e facendomi promettere che sarei arrivato a Sanremo. Con ben più di quattro ore di anticipo arrivo a Ovada, anche qui mangio, Paola mi fa dei massaggi alle gambe constatando che i muscoli non sono affatto contratti e riparto con destinazione Passo del Turchino. Man mano che ci avvicinavamo la mia preoccupazione era il meteo perché erano previsti pioggia e temporali. Niente di questo, solo grande umidità e nebbia, tutta discesa con destinazione Voltri dove arrivo sempre con più di quattro ore di vantaggio. Mi rifocillo, altro massaggio alle gambe, cambio le scarpe e riparto costeggiando sempre il mare. Da qui dopo qualche ora comincerà a farsi dura perché comincia a piovere incessantemente, freddo vento e temporali per quasi 30 ore. I passaggi nei tunnel sono un’impresa perché il vento all’interno aumentava a dismisura di intensità quasi a farti tornare indietro. Mi copro a dovere, addirittura sono costretto a indossare i guanti da neve offertomi da Giuseppe. In qualsiasi momento potevo tirare i remi in barca perché le condizioni erano quasi proibitive ma l’impegno preso doveva essere portato a termine. Spesso mi ci sono ritrovato fuori percorso perché stremato dal freddo non vedevo le indicazioni tracciate a terra, in più un dolore al tibiale inferiore sinistro mi stava assillando e grazie a Mimma l’ho risolto assumendo il paracetamolo da 1000.Tutto questo martirio è durato fino ai 19 km finali di pista ciclabile che portano al traguardo. Nel frattempo le telefonate di incoraggiamento da parte di Mimma Caramia, Cristina Peperina Petruzzelli, Nicola Barone mi hanno tenuto compagnia e un paio di km con Giuseppe che mi danno lo sprint in più. Esce il sole, avverto caldo e l’abbigliamento comincia a darmi fastidio e quando pensavo di cambiarmi mi imbatto su un cantiere proprio sul percorso. Chiamo l’organizzazione e senza non pochi problemi mi rimettono sul percorso. Nel frattempo il track va in tilt perché mi segna che sono vicino al 272° km ma lo avevo superato da un bel po’ e da li ricomincio a correre con una buona spinta. Arrivo in prossimità dell’arrivo e non mi accorgo di averlo superato, senza fare il giro di parole se ne vanno quasi una decina di minuti, finalmente riesco a tagliare il traguardo e toccare il mare di Sanremo. IL SOGNO È DIVENTATO REALTÀ, GRAZIE GIUSEPPE CIALDINI E PAOLA FALCIER!!!